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Come si diventa Cavaliere del Lavoro: storia di un'imprenditrice che guarda alle persone
Qualche settimana fa siamo stati in trasferta a Roma.
Tutti e quattro, come quando eravamo piccoli e ci spostavamo per le vacanze. Ricordo che avevamo il permesso di riempire uno zaino con i nostri giochi – uno a testa, ti lascio immaginare le discussioni – e ricordo che non volevamo mai lasciarlo nel bagagliaio, ma ce lo tenevamo stretto sulle gambe.
Sembra una vita fa.
Mia madre ci faceva scegliere sempre un gioco in più da portare con noi, nel caso avessimo incontrato un altro bambino senza.
E questo è un particolare che mi è tornato in mente proprio in occasione della premiazione, mentre ce ne stavamo tutti stretti in macchina, tutti felici.
Come forse saprai, l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro è un riconoscimento che non si limita a riconoscere i traguardi aziendali ma pone l’attenzione su una visione più globale dell’industria e della persona che ne incarna l’impegno.
Dal 1975 a fianco di mio padre Angelo e poi, dopo la sua scomparsa, col ruolo di presidente, mia madre ha favorito la crescita di SAPA portandola a raggiungere dei traguardi che – sono sincero – fino a qualche tempo fa non avremmo nemmeno immaginato.
Da una piccola azienda familiare e artigianale, l’impresa è cresciuta e oggi, con 10 stabilimenti in Italia e in Europa, oltre 1700 dipendenti e 250 milioni di fatturato, SAPA Spa è leader nel settore dello stampaggio delle materie plastiche. Non si tratta comunque soltanto di una crescita numerica.
Negli ultimi SAPA ha conosciuto un importante sviluppo, in particolare in seguito al successo del Metodo One-Shot® di cui avrai sentito parlare, il sistema più veloce al mondo per produrre componenti auto, vincitore di diversi premi di importanza mondiale come l’Innovation Award nel 2017, insieme a Ford, alla SPE Automotive TPO Conference di Detroit.
Ma ancora più di questo, sono convinto che il riconoscimento vada a premiare un aspetto che solitamente passa in sordina, ed è proprio per questo che lo rende speciale.
Mia madre si è sempre fatta ambasciatrice della frase:”è l’uomo che fa la differenza“. la diceva sempre mio pare ed è diventato il mantra del nostro operato. Lei se n’è fatta carico in prima persona, occupandosi in prima persona delle assunzioni, promuovendo la formazione continua del personale come base fondante dell’impresa.
A questo non ha mai smesso dii affiancare il lavoro per la Fondazione Angelo Affinita ONLUS che da anni è impegnata a valorizzare le potenzialità del territorio e a creare nuove opportunità concrete per i giovani in situazione di emergenza economia e sociale.
Ti raccontavo prima dell’aneddoto del giocattolo: è sempre stata così.
Una donna con lo sguardo attento e una capacità spiccata di mettere al centro sempre qualcun altro.
Credo siano state queste caratteristiche a premiarla: una profondità umana al servizio del lavoro di un’azienda può fare meraviglie.
Ho pensato potesse farti piacere vedere un piccolo video in ricordo di quella giornata, lo condivido qui di seguito.
A presto.
Giovanni Affinita,
Executive Director e membro del Consiglio di Amministrazione di SAPA
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