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Luxury cars: c'è solo un modo di diventare la Regina
Indossa il suo vestito migliore, mentre sfila per le strade di Londra.
La guardo seduto comodo dal divano di casa, eppure non riesco a nascondere una certa eccitazione: vorrei esserci anche io.
Sposto il peso in avanti, alzo il volume. Sento i muscoli del collo sporgersi e non sono il solo.
Al suo passaggio, vedo le persone accorrere, non gli basta scorgerla di sfuggita: vogliono sentirla vicina, essere in prima fila.
Il suo portamento è riconoscibile da molti metri di distanza e anche il suono che fa quando la ascolti è unico, nel mondo. Potresti indovinarlo tranquillamente ad occhi chiusi.
Hai capito di chi sto parlando?
Sono tre le parole che la distinguono: tradizione, sfarzo e capacità di rinnovarsi.
Qualcuno potrebbe obiettare che come lei ce ne sono tante: sulla carta è davvero così, hai ragione.
Ma di regina ce n’è soltanto una. Prova a chiederlo a un qualsiasi cittadino britannico, ti dirà la stessa cosa.
S ti dico Queen Elizabeth II cosa ti viene in mente?
Fammi indovinare: i suoi cappelli sempre in tinta coi completi eleganti, la sua mano a scodella che saluta per le strade di Londra, la sua voce seria e dolcissima la mattina di Natale.
Per la sua storia e la sua longevità, la regina oggi rappresenta una sicurezza, un’istituzione che ha avuto la capacità di non cambiare ma invece ha accolto le novità del tempo.
E più guardo nello schermo, più mi convinco che lo stesso discorso vale per lei, la regina delle auto: le Ferrari, la F8 Tributo che proprio sotto i miei occhi sta incantando decine di cittadini inglesi.
Ampliando un po’ il discorso, sono caratteristiche che mi sento di attribuire a quasi tutte le auto che per comodità codifichiamo come “di lusso”.
Sta proprio nel loro status di oggetto non essenziale la necessità di evolversi e di migliorarsi e, dall’altro lato, il bisogno di essere riconoscibile e di creare appartenenza in chi la guida.
In pratica: la vita di un’auto come la F8 Tributo è legata al suo nome ma anche a quanto si sia evoluta rispetto alla precedente.
Pensa a quanto sarebbe bello riuscire a ottenere lo stesso risultato con le auto che usiamo tutti i giorni. Non ci sarebbe più la lotta per guadagnare il cliente ma solo lo stimolo a produrre vetture migliorate per confermare la sua fiducia nel prodotto.
Come si può riuscire in questo progetto ambizioso? Te lo sai mai chiesto?
Ce lo racconta proprio il mercato delle luxury cars.
Se vai a analizzare il processo che porta un cliente a incuriosirsi, acquistare, affezionarsi ad un’auto di lusso trovi… una formula.
Hai capito bene.
Il piccolo essenziale trucco che rende immortali marchi come Ferrari, Rolls Royce, Aston Martin non è davvero un trucco ma una metodologia applicabile e ripetibile che fa da doppia garanzia:
Non è un caso che, nella maggior parte dei casi, i clienti che possiedono un’auto di lusso la cambino poi con la sua versione più evoluta e aggiornata, piuttosto che con un altro modello.
Anche perché, nel nostro ambito, sai bene quanto il cambiamento spaventi e paralizzi, tuttavia senza innovazione il settore automotive imploderebbe.
Quindi cosa fare?
La soluzione che vorrei condividere con te oggi è una metodologia che sia applicabile a qualsiasi componente. E, non so a te, ma devo ammettere che questo mi rassicura molto.
Prova a pensare: un’unica soluzione che sia replicabile nelle modalità e anche nei risultati.
Si tratta del Metodo One-Shot®, forse ne hai già sentito parlare.
Oggi il Metodo One-Shot® è riconosciuto come il più veloce al mondo per produrre componenti auto con:
La prima conseguenza è che i componenti brevettati da SAPA con questo metodo hanno tutte queste caratteristiche.
Mi riferisco in particolare ai cinque prodotti già industrializzati: One-Shot® Window Frame, One-Shot® C Lower Pillar, One-Shot® A Pillar B Color, One-Shot® Engine Beauty Cover e il nuovissimo One-Shot® Aero Shield.
La caratteristica però che rende ancora più speciale il Metodo One-Shot® è la sua replicabilità, ovvero la possibilità di poterlo applicare a qualsiasi componente, riuscendo ad ottenere quei risultati garantiti che sono intrinsechi del Metodo stesso.
Ti faccio un esempio molto semplice.
Prova a pensare a tutti quei problemi legati alla sfera oculistica: miopia, presbiopia, strabismo, astigmatismo e tutti quelli che ti vengono in mente.
Ognuno di questi difetti di vista richiede l’uso di un sistema correttivo, gli occhiali.
Ovviamente le lenti verranno scelte in base alle esigenze del singolo caso, tuttavia lo strumento che verrà usato sarà sempre lo stesso.
Prendiamo la miopia per cui l’immagine di oggetti lontani è resa indistinta, mentre la visione degli stessi a breve distanza resta chiara. Per correggerla serviranno delle lenti appositamente calibrate che mettono a fuoco anche ciò che è più lontano.
Anche per correggere la presbiopia, che sostanzialmente è il fenomeno opposto per cui diventa faticoso mettere a fuoco oggetti più vicini, servono gli occhiali. In questo caso però le lenti si adatteranno alla problematica.
Ecco, il Metodo One-Shot® funziona secondo lo stesso principio.
Lo si potrà applicare ai componenti interni, a quelli esterni, all’area motore e così via. I risultati saranno gli stessi?
A livello numerico, certo che no. Ma come aumento di velocità produttiva, alleggerimento dei componenti, diminuzione degli scarti, assolutamente sì.
Questo metodo è applicabile anche al segmento luxury? Sicuro.
In realtà, lo è già.
SAPA produce componenti per Ferrari, Rolls Royce e Aston Martin, proprio perché il risultato garantito dal Metodo One-Shot® non dipende dal tipo di componente ma dall’applicazione di una metodologia testata e brevettata.
La capacità di accogliere le novità all’interno di una tradizione è infatti anche una delle caratteristiche di SAPA che fin dai suoi inizi ha cercato modalità per rinnovarsi, rimanendo fedele all’idea originaria di mio padre Angelo che già a bottega di mio nonno ebbe l’intuizione che fosse necessario ottimizzare i passaggi produttivi.
Proprio lì nasce il Metodo One-Shot®, ma questa è un’altra storia.
La sfilata è finita. Negli occhi mi rimane la sensazione che un puntino colorato stia correndo su e giù, troppo veloce er poterlo fermare.
A presto.
Giovanni Affinita,
Executive Director e Membro del Consiglio di Amministrazione di SAPA
Valutiamo insieme l’applicazione del metodo one-shot® al progetto su cui stai lavorando. compila il form che trovi di seguito, verrai contattato entro 24 ore!