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Alfa Romeo: la storia dell’auto napoletana che è riuscita ad arrivare in Formula Uno (e il segreto che ha usato per vincere molte gare)
Quella sera stavo tornando dal lavoro dopo una dura e lunga giornata. Sentivo di aver fatto il mio dovere, di essere stato produttivo, ma non ti nascondo che ero piuttosto privo di energie…
…non avrei mai immaginato che di lì a breve una notizia mi avrebbe fatto riacquistare tutte le forze, in una manciata di secondi!
Come dicevo, una notte buia e priva di stelle mi accompagnava verso casa, ti confido che i miei piedi a stento riuscivano a premere l’acceleratore dell’auto e i muscoli delle braccia si tendevano con fatica mentre li guidavo verso il cambio marce.
Ma la mia mente era ancora ben vigile.
Parcheggiai l’auto al solito posto, e mi diressi verso l’entrata.
Ormai era sera inoltrata, e un silenzio quasi assordante mi sussurrava in maniera seduttiva all’orecchio che avrei soltanto dovuto trascinarmi verso il letto, prepararmi per la notte, e dormire.
Ma scacciai per un attimo quel pensiero maligno.
Avevo una routine da seguire: ogni sera cercavo di sapere tutte le notizie della giornata, aiutandomi col mio fidato portatile.
Lo schermo bianco era lì ad aspettarmi, così come la tastiera, ormai abituata al ritmo cadenzato delle mie dita che la sfioravano quel giorno in un orario piuttosto insolito.
Così aprii Google, scrivendo semplicemente “ultime notizie“ (Sì, lo so, ero stanco e non avevo voglia di sforzare troppo il cervello).
Dopo aver guardato distrattamente la pagina con tutte le novità del giorno, i miei occhi si posarono automaticamente, quasi richiamati da una forza attrattiva a cui non potevano sottrarsi, verso un’auto da Formula Uno.
Non ci potevo credere.
Chiusi le palpebre per qualche secondo, e le schiusi lentamente lasciando posto ad un po’ di commozione, davanti questa frase:
“L’Alfa Romeo svela C37, il ritorno del Biscione in Formula Uno“
Ora scusami se sono apparso forse un po’ troppo emotivo, ma ti assicuro che quella sera appena dopo aver letto il nome “Alfa Romeo” accostato a “Formula Uno” riacquistai di nuovo una piacevole energia che dai piedi salì lentamente fin su verso lo stomaco. Ero parecchio eccitato.
Non solo perché Alfa Romeo è uno dei brand che abbiamo l’onore di fornire con i nostri brevetti più innovativi, come il One-Shot™ Engine Beauty Cover, ma anche perché rivedere un marchio Italiano così importante, con una storia quasi “leggendaria” e fatta di numerosi ostacoli che ha dovuto superare, ma che nonostante tutto è riuscita a ritornare in Formula Uno…
Se sei anche tu un po’ patriota e nostalgico come me, forse riesci a capire cosa intendo.
Ma non mi fermai lì.
Staccai per qualche secondo gli occhi dallo schermo, e continuai poco dopo con la mia lettura.
L’articolo che cominciai a leggere parlava dell’intera storia – chiaramente riassunta – del marchio Alfa Romeo.
Ti stai chiedendo cosa ha reso possibile tutto questo? Tieni le antenne dritte perché è un segreto che molti tutt’ora stanno sottovalutando.
E ti spiegherò anche come l’uso di questo segreto ha permesso a SAPA di mettere il turbo in questi ultimi anni e di avere sempre più clienti soddisfatti.
L’azienda nasce nel 1910 col solo nome ALFA, a cui poi viene aggiunto il nome ROMEO qualche anno dopo.
L’azienda produce auto sportive inizialmente, ma per vari motivi si dedica anche per un periodo a veicoli più grandi, come camion e autobus, od anche a motori per aerei e sottomarini.
Ma è con le auto sportive che l’azienda imprimerà in futuro un marchio a fuoco sulla voce “leggende“ nella storia.
Citando wikipedia:
“La prima divisione aziendale dell’Alfa Romeo destinata esclusivamente alle competizioni fu l’alfa corse, che venne fondata nel 1938. Questo reparto si occupava della progettazione, della realizzazione e della manutenzione delle vetture da competizione, e fu inizialmente gestita da Enzo Ferrari.
Nel 1963, per volere di Giuseppe Luraghi e grazie all’impegno di Carlo Chiti, nacque invece l’’Auto Delta, che l’anno successivo si tramutò nella sezione corse della casa del Biscione.
Questo reparto esterno fu realizzato per dotare l’Alfa Romeo di una struttura snella e indipendente che sollevasse la casa madre dal cospicuo lavoro connesso alle competizioni. Nel 1966 l’Alfa Romeo acquistò l’Autodelta, che divenne quindi il nuovo reparto corse ufficiale della casa sostituendo quello interno all’azienda. “
È durante gli anni ‘50, che l’Alfa Romeo conquista grazie ad una eccellente prestazione di Nino Farina l’agognato primo premio di Formula Uno, insieme ad altri importanti premi in altre gare europee e internazionali.
Come è riuscita un’azienda che ha attraversato in pieno le sciagure della guerra, ad attrezzarsi e vincere importanti competizioni come la formula uno e diversi campionati europei, pur avendo meno capitale da investire delle altre?
Sfruttando un trucco innovativo a cui nessuno aveva pensato fino ad allora:
X Mentre le altre case automobilistiche investono in diversi settori e cercano di produrre pezzo per pezzo le auto in un unico stabilimento…
—> L’alfa Romeo crea un reparto esterno che si specializza esclusivamente su alcune parti dell’auto, investendo una buona parte degli utili sulla ricerca e innovazione delle auto, permettendo all’auto di avere dei componenti all’avanguardia rispetto a tutte le auto concorrenti.
In seguito, l’auto riesce a collezionare altri successi e a mano a mano con lo scorrere del tempo l’azienda finisce per spostare il focus aziendale alla produzione di motori e specifici accessori, specializzandosi alla perfezione su pochi processi, divenendo fornitori di marchi importanti come Ferrari.
Fino a pochi giorni fa, in cui ho scoperto con piacevole sorpresa che l’Alfa Romeo ha deciso di mettersi di nuovo in gioco come produttore di auto nelle gare di formula uno
Alfa Romeo decise di creare dei reparti esterni autonomi dal reparto centrale, e fare in modo che ognuno si occupasse e si specializzasse in aree specifiche, investendo gli utili dell’azienda per una buona parte nella ricerca e nell’innovazione, permettendogli di essere una spanna sopra i concorrenti.
SAPA ha fatto lo stesso.
Specializzandosi non soltanto in alcuni componenti specifici, ma anche nei PROCESSI di automazione, che ci permettono ogni giorno di produrre dai nostri stabilimenti migliaia e migliaia di componenti.
È questo il vero segreto.
Mentre gli altri concorrenti si concentravano sui pezzi più grandi e belli visivamente dell’auto, affidandosi per il resto dei pochi componenti a fornitori esterni che si occupavano della produzione di più procedure insieme, l’Alfa Romeo creò dei veri e propri stabilimenti di produzione esterni, specializzati su singoli processi.
Questo segreto del tutto sottovalutato all’epoca (ed anche ora, per alcune aziende) ha permesso all’auto di acquisire un know-how importante così da performare meglio delle altre, con costi minori, e senza sprechi o errori di progettazione.
Forse ti starai chiedendo…
Non è del tutto così.
Mi spiego: è sicuramente vero che rispetto a qualche decennio fa, l’intero settore ha fatto dei passi da gigante non di poco conto.
Tuttavia questo non significa che le aziende ormai siano tutte allo stesso livello, o abbiano lo stesso know-how, perché la specializzazione in micro aree specifiche permette ancora dei risultati migliori con dei costi minori.
SAPA, ad esempio, ha deciso di specializzarsi nei processi e nell’automazione di alcuni componenti auto.
Ora voglio mostrarti concretamente come si applica tutto questo a uno dei nostri prodotti che produciamo tutti i giorni all’interno dei nostri stabilimenti.
Dal nostro investimento in ricerca e innovazione del reparto dedicato di ingegneria, siamo riusciti dopo anni e numerosi errori, a creare un vero e proprio processo unico al mondo.
E i risultati non si sono fatti attendere.
Al SPE Automotive TPO Conference 2017 di Detroit SAPA ha ricevuto un premio per uno dei nostri brevetti, in cui venivano scelti soltanto 5 tra i migliori capaci di portare risultati tangibili nell’intero settore, tra circa 70 (settanta) compagnie, conosciute per essere le migliori e più innovative in tutto il mondo.
È stato un grande onore per noi, e ne hanno parlato anche numerosi giornali, come Quattroruote.
Ma tornando a noi.
In che modo abbiamo concretamente ottenuto questi risultati?
Per fare un esempio che si collega con l’Alfa Romeo, voglio parlarti del Cover Motore di cui l’azienda si rifornisce da noi, e la differenza tra la metodologia di produzione attuale e quella di SAPA.
Questo è un esempio di come la ricerca, l’innovazione, ma anche un pizzico di sfrontatezza possono portare a vincere gare importanti, come l’Alfa Romeo ha fatto in formula uno, così SAPA ha l’obiettivo di fare nella gara dell’innovazione nell’Automotive.
Ricapitolando, abbiamo visto quanto sia importante per un’azienda investire in innovazione, e di come sia possibile OGGI nell’Automotive applicare gli stessi “segreti” che venivano impiegati anni fa per vincere le gare della Formula Uno.
Giovanni Affinita
Chief Sales Strategist e membro del Consiglio di amministrazione di SAPA
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