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Cosa rende il metodo One-Shot® differente dai metodi tradizionali?
Garantendo:
–> velocità e capacità produttiva fino al 300% superiore rispetto ai metodi tradizionali;
–> efficienza e redditività più alta per gli investimenti del cliente;
–> componenti più leggeri, permettendoti di soddisfare le richieste di Horizon 2020.
Come avrai letto poco sopra, oggi voglio parlarti di un “segreto”.
O meglio, di 2 segreti. Uno tecnico, che ha permesso a noi e ai nostri clienti di fare davvero il salto di qualità e uno di mentalità.
Per fare questo, devo parlarti di un retroscena dei miei inizi, un evento che è stato un vero e proprio punto di rottura, ma che ha dato inizio al vero cambiamento.
Ricordo che erano le 11.00 di notte di 7 sette anni fa.
Mi faceva compagnia solo il silenzio, lievemente interrotto dai fruscii del vento autunnale che batteva sulla finestra, come a voler entrare.
Ma a pensarci adesso, c’era altro: era rabbia. Avevo appena fatto la mia prima esperienza con un fornitore nel settore commerciale (scommetto che sai già come è andata a finire).
I miei occhi stavano fissando un punto buio della stanza, totalmente immobili, e il mio corpo poteva dirsi vivo solo se un occhio bene attento avesse notato il mio torace muoversi.
Ma nella mia testa, invece, era il caos.
Decine di ricordi facevano a pugni con decine di “e se avessi detto questo invece?“.
Non avrei mai immaginato che quel singolo evento avrebbe dato inizio ufficialmente al Metodo One-Shot® (perché, scoprii dopo, era una metodologia che aveva visto il suo nascere già con mio padre, e che io e i miei fratelli abbiamo perfezionato).
Ma facciamo un passo indietro.
La giornata non era iniziata nemmeno male.
Mi ero svegliato in orario. Avevo fatto colazione, guardato le prime notizie del mattino alla televisione, come sempre.
Quasi come se il mio debutto nel settore commerciale di SAPA fosse una bazzecola.
Cosa poteva andare storto?
Il viaggio per arrivare a Torino era andato liscio, assieme a mio fratello e al nuovo direttore qualità.
Per l’azienda questo era un cliente importante e mio fratello si era raccomandato più volte di prepararmi un discorso prima, per far fluire la conversazione e riepilogare tutti i benefici che l’azienda poteva avere nel continuare a lavorare con noi.
E così avevo fatto.
L’ufficio in cui il nostro cliente doveva accoglierci era in un palazzo imponente, stile anni 60.
Entrammo velocemente nella struttura, un po’ provati dal viaggio ma nello stesso tempo determinati a far valere le nostre ragioni. Era una giornata afosa, e il mio corpo risentiva del caldo, coperto dagli strati della giacca blu denim.
Mio fratello e il direttore qualità avevano già varcato la porta dell’ufficio. Respirai profondamente…
Ed entrai.
In quel periodo ci eravamo caricati di una mole di lavoro che non riuscivamo a sostenere. Non tanto per la quantità, ma per la varietà di lavoro che dovevamo soddisfare. D’altronde, la crescita è sempre un processo doloroso, dove bisogna spingersi oltre i propri limiti per andare avanti.
In quel momento, infatti, l’azienda non era ancora focalizzata al 100% sul settore automotive, ma anche su una quota importante di elettrodomestici, il settore del “bianco”.
Insomma, capii che bisognava apportare un cambiamento importante all’azienda. Nel complesso, andavamo bene.
Ma mio padre ci aveva insegnato a inseguire, sempre, la perfezione.
Con il cliente inghiottii il boccone amaro. Non era andata bene, il discorso che avevo preparato non servì a a colmare la sua l’insoddisfazione per il nostro lavoro. Ma quella notte, io e mio fratello prendemmo una importante decisione: non dare più problemi a nessun cliente. Mai.
Riflettemmo per settimane sul da farsi. Dovevamo trovare un modo per soddisfare sempre di più la mole di lavoro.
Analizzammo quindi quale erano i nostri problemi e quelli dei nostri concorrenti.
Che tu sia un imprenditore o che tu sia un tecnico devi porre molta attenzione ai numeri, ai costi, ai margini della commessa, ed altri aspetti economici di enorme importanza, perché questi fattori fanno la differenza tra un’azienda che continua a crescere ed una che fallisce.
E credimi, un’azienda che fallisce non fa contento nessuno, neanche al tuo cliente.
Spesso, ad esempio, rivolgersi al PRIMO fornitore per fatturato, o al PRIMO fornitore per numero di progetti seguiti, può essere uno svantaggio.
Per tutto quello che ti ho raccontato fino ad adesso, infatti, ancora oggi pochi riescono a seguire enormi carichi di lavoro in diversi settori.
Per un semplice motivo: la spinta innovativa che ci circonda necessita di scelte veloci e complesse: destinare un certo budget all’innovazione di questa parte di processo, aumentare o tagliare le assunzioni per performare meglio, dislocare i propri stabilimenti per pagare meno tasse e avere un vantaggio competitivo nel medio termine.
Queste sono tutte scelte a cui molte aziende stanno porgendo lo sguardo.
Ma questo è semplicemente un modo di distruggere il sintomo e non la causa.
Perché se aumenterà ancora una volta il carico di lavoro, se uno Stato avrà delle crisi finanziarie, le aziende affronteranno ancora gli stessi problemi.
Il secondo problema, conseguente a questo, è quello dell’innovazione.
Il mondo sta davvero cambiando velocemente.
E spesso cambiare TANTE cose ed evolverle richiede molto tempo. Tempo in cui le cose continuano ad evolvere!
È come inseguire a piedi un ghepardo. Per quanto possiate essere veloci, lui lo sarà sempre di più. Ed immagina quanto può essere difficile inseguire più ghepardi a piedi! Una follia!
Ecco perché in SAPA abbiamo deciso di dedicarci ad UNA singola cosa. Diventare cioè specialisti di processo, cercando il modo più veloce ed economico per il cliente (cioè, se sei un ingegnere che lavora in case automobilistiche, per te) e produttivo per rifornirlo dei componenti di cui ha bisogno. Senza però perdere di vista la giusta dose di personalizzazione che ognuno ha bisogno.
Il componente realizzato con la metodologia tradizionale è un componente qualitativamente negli standard, che rispetta tutti i capitolati di prova e che viene fatto secondo scheda cliente.
Il componente fatto con la metodologia One-Shot® è identico, non ha niente di meno, viene realizzato esattamente come capitolato, segue gli stessi standard qualitativi, ha la ripetibilità di processo e di standard che viene richiesta dal settore automotive.
L’unica, fondamentale differenza è il processo con cui viene prodotto.
Paragonando la linea di produzione di vecchio stampo e quella One Shot®, dimensionalmente la seconda occupa meno spazio, inquina meno, visto che il processo corto assorbe meno energia, e nonostante questo, il pezzo prodotto è assolutamente identico.
Apparentemente non c’è alcuna differenza tra i componenti, ma in effetti la differenza è tanta dal punto di vista di quello che accade negli stabilimenti dei fornitori.
Prendiamo ad esempio la realizzazione di un engine beauty cover.
Bisogna stampare la plastica e successivamente riporre il pezzo in un contenitore, dove potrebbe deformarsi. In seguito, l’operaio deve applicare della spugna, ma questa potrebbe mancare nel caso in cui egli si distragga. Poi vanno aggiunte delle rondelle, ma l’operaio potrebbe inserirne meno di quelle necessarie. Tutti questi processi possono potenzialmente produrre pezzi di scarto.
Il processo in un colpo solo invece evita i passaggi ed elimina le possibilità di errore umano.
Il cover motore schiumato in stampo in un unico colpo viene realizzato con l’ausilio di una pressa di stampaggio tradizionale per plastica, utilizzando però uno stampo specifico che è diverso da quelli tradizionali di schiumatura.
Viene schiumato in un colpo solo, lasciando che sia un robot a prelevare il pezzo e spostarlo da uno stampo all’altro, questo significa usare uno stampo realizzato con una tecnologia e un know how molto avanzato, con i robot che “dialogano” tra loro, coordinandosi.
L’estrazione avviene all’interno, non c’è un operatore che sposti il pezzo manualmente, come avviene oggi.
Al momento, la spugna è schiumata a stampo aperto, irrorato con una miscela di isocenato e poliolio. Lo stampo si gonfia, e un operatore si occupa di aprirlo ed estrarre il pezzo dallo stampo.
Alla base del concetto di One Shot® c’è la tecnologia. È la tecnologia a ridurre i tempi di produzione, tanti processi automatici che permettono di ottenere il prodotto in un colpo solo, senza l’ausilio di manodopera, tutto nella stessa pressa di stampaggio.
Certo, anche la macchina può sbagliare, ma sicuramente il numero di errori è inferiore, infatti con i software aggiornati agli ultimi modelli di industria 4.0, possiamo monitorare più di 100 parametri al secondo.
Col One-Shot® riusciamo a ridurre le fasi che compongono il processo per la creazione del componente.
Questo significa un componente più leggero, realizzato in meno tempo e di qualità “superior”.
Non significa però ridurre la complessità del prodotto finale, ma disegnarlo e progettarlo per trovare il punto di incontro tra le esigenze del cliente e il minor numero di fasi necessarie. Questo non ci rende solo dei fornitori, ma dei veri e propri partner a cui chiedere consigli specifici su singole casistiche.
Questo lo rende l’unico sistema che ti permette di:
E questo grazie a una decisione importante, quello di dedicarci solo all’automotive. Solo questo è il modo che abbiamo constatato in più di 30 anni di lavoro per dare il miglior servizio possibile ai nostri clienti. E ce la stiamo mettendo tutta.
Questo è quello che differenzia la metodologia One-Shot® da quella tradizionale: una specializzazione specifica sul processo, molto spesso non curato da grandi multinazionali, e il fatto di aver scelto una sola categoria di prodotti, quelli automotive.
Come forse avrai capito dalla storia che ti ho raccontato all’inizio, il nostro punto focale è quello di soddisfare al massimo i nostri clienti, che è la nostra strategia di marketing più efficace.
Su quale prodotto ci vuoi testare?
Giovanni Affinita
Chief Sales Strategist e membro del Consiglio di Amministrazione di SAPA
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