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Crescita e miglioramento continuo: chi è il nuovo Merger & Acquisition Manager di SAPA? (…e perché è una figura importante anche per te)
In questo preciso momento in cui sto scrivendo questo articolo, per presentarti il nuovo manager SAPA, un sorriso accennato si sta piano piano formando sulle mie labbra.
Perché non solo è entrata una nuova persona dalle forti capacità in SAPA, e questo mi rende orgoglioso, ma anche perché non posso far a meno di pensare a come tutto questo sia iniziato.
Mi sembra quasi di rivivere tutta la vita dell’azienda: di quando mio padre l’ha fondata, a tutti gli ostacoli che ha dovuto superare e di come nonostante l’azienda sia cresciuta sempre più.
Crescita: è questa la parola chiave degli ultimi anni. La senti un po’ ovunque, vero?
Bene, è una parola fondamentale anche per me e per tutti noi.
La crescita di SAPA ha avuto tappe importanti: la più recente, l’acquisizione del gruppo Brigoni nel luglio 2017.
E oggi avere un manager dedicato alla crescita di questa realtà è un altro segno tangibile delle nostre intenzioni.
Di specializzarci sempre più nei processi all in one, nel nostro metodo One-Shot che fa risparmiare peso e costo nei componenti.
Inoltre, ogni volta che una nuova figura entra a far parte di SAPA, non posso fare a meno di pensare alle parole di mio padre…
“L’azienda è un bene sociale, ed è l’uomo che fa la differenza”
Ed è che con queste parole stampate nella mente che incontro nel suo ufficio Gianluca Henny – nuovo Merger & Acquisition manager di SAPA –, che oggi voglio farti conoscere.
Una persona importante per noi, ma anche per te.
La crescita di una realtà industriale tocca da vicino i clienti e gli investitori, che possono contare sempre più su realtà stabili, con le fondamenta ben ancorate nel terreno e pronte a svettare sempre in più in alto.
Crescita e miglioramento continuo sono un percorso che si fa insieme.
Eccoti l’intervista realizzata per te dal nostro team di comunicazione.
“Gianluca Henny, classe 1984, liceo classico e Laurea Magistrale in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi, focus general management.
Nell’ambito dei miei studi ho fatto alcuni esami di approfondimento in materia di fusione e acquisizioni, oltre che di strategia delle aziende familiari. Il corso era tenuto da Guido Corbetta, tra i principali esperti a livello internazionale in tema di family business.
Dopo cinque anni in Bocconi ho fatto uno stage curriculare a Milano Finanza, dove mi sono occupato dell’attività giornalistica focalizzata sulle tematiche finanziarie. Tra i vari articoli da me siglati c’è quello sul fallimento Lehman Brothers.
Finita questa esperienza, interessante per dare seguito al percorso umanistico degli anni del liceo ma limitata nel tempo, ho inviato il mio curriculum in giro. Il periodo non era dei più rosei, ci ho messo un po’ di tempo a trovare qualcosa che mi piacesse. Ho trovato una buona opportunità presso una banca di affari svizzera, dove sono stato assunto nella divisione corporate finance.
Negli anni 2008 – 2009, all’inizio della crisi, il corporate finance consisteva principalmente in fusioni e acquisizioni. In seguito, con l’acuirsi della crisi, con “corporate finance” si è cominciato ad indicare tutte le operazioni di finanza straordinaria che interessano la vita di un’azienda: fusioni, acquisizioni, ristrutturazione del debito, scissioni, etc.
Nei primi 4 anni del mio percorso professionale mi sono occupato di aziende italiane ed estere, small e mid cap, dai 10 ai 300 milioni di fatturato. Ho sempre assistito gruppi industriali. Non ho mai seguito, se non in maniera saltuaria, clienti in ambito financial services e real estate
Dopo l’esperienza in Banca Arner, sono passato in Global Strategy, società nata, all’inizio nel 2006, come società puramente strategica. Si trattava di una boutique di consulenza strategica. Nel corso degli Global Strategy ha voluto ampliare la propria gamma di servizi offrendo assistenza anche in ambito corporate finance e ad assumere risorse specializzate, tra cui me.
Sono entrato in azienda come Senior Analyst, e sono diventato successivamente Manager, dunque Capo Progetto. Dal 2013 al settembre 2017 ho seguito progetti di tutti i tipi (M&A, Ristrutturazione del Debito, etc.). In particolare, abbiamo assistito, e Global Strategy continua ad assistere sia fondi di private equity sia aziende industriali familiari in operazioni di M&A.
Da ottobre 2017 sono entrato in SAPA, con il ruolo di M&A Manager.”
“Il passaggio dalla consulenza al lavoro in azienda era qualcosa che mi interessava e solleticava. Nell’arco della mia vita lavorativa ho sempre fatto consulenza (per oltre 9 anni)
Fare il consulente è affascinante e challenging perché si seguono diversi progetti in contemporanea, su settori diversi, e tutti ambiziosi. Quello che forse mi mancava era vedere e “godere” del successo, per esempio di un’acquisizione, anche successivamente alla chiusura dell’Operazione.
In generale nella consulenza non è sempre così: chiusa un’operazione si “passa” ad un altro progetto e ad un altro cliente.
In questo momento del mio percorso professionale mi interessava procedere con la gestione di acquisizioni a 360° e quindi anche nella fase di integrazione post acquisition, e quando è capitata l’opportunità di farlo con SAPA, l’ho colta al volo.
L’azienda è in forte crescita, pone delle sfide interessanti e i suoi obiettivi sono coerenti con i miei obiettivi professionali. Il fatto che poi sia a Napoli, e io sia Napoletano, è la ciliegina sulla torta.
Mi hanno fatto, inconsapevolmente, ritornare alla casa madre. Quando ho fatto domanda per la posizione di M&A Manager la sua localizzazione non era ancora nota. Non sapevo di star facendo domanda di assunzione per un’azienda che ha sede in provincia di Napoli.”
“Da prassi un M&A Manager si dovrebbe occupare di cercare possibili aziende da “comprare” e gestire quindi tutto il processo di acquisizione.
Nello specifico, a studiare il mercato dell’automotive, analizzare quali/quanti player vi operano e con quali caratteristiche e modelli di business, capire con quali concorrenti è possibile sposarsi per costituire un gruppo più grande e più forte, e dunque presentarsi sul mercato in maniera sempre più strutturata.
L’M&A Manager in SAPA ha un ruolo un po’ più ampio, perché SAPA è un’azienda familiare in forte crescita e va assistita per tutto ciò che riguarda la finanza straordinaria.
Mi ritengo piuttosto un Corporate Finance Manager, al di là dell’obiettivo fusioni e acquisizioni in SAPA, mi occupo infatti di valutare tutte le possibili operazioni straordinarie che interessano l’azienda, ad esempio joint venture, aperture di branch extra Italia, possibili investimenti terzi.
La mia figura non è così scontata in aziende come SAPA, soprattutto in Italia dove il tessuto aziendale è composto principalmente da aziende di piccole e medie dimensioni. Si tratta di un’innovazione dal punto di vista della vision finanziaria.
Ad oggi, nel settore in cui opera SAPA, la funzione di M&A Manager non è così ricorrente. SAPA ha accolto la sfida di internalizzarla, investendo, dedicando tempo e risorse per portare a compimento le proprie acquisizioni nel modo migliore. Una funzione del genere è tipicamente presente nell’ambito delle grandi multinazionali (le cosidette multibillion companies) che possono definirsi delle “acquisitrici seriali” in ambito M&A.”
“Il mio obiettivo personale è di riuscire a rafforzare la presenza di SAPA all’estero entro la fine del 2018 per diversificare il rischio cliente e paese. Mi interessa ampliare la base clienti e la quota export di fatturato.
Valuteremo le possibilità di acquisizione in Europa. Perché Europa e non America? perché è più semplice gestire un’acquisizione geograficamente vicina, e successivamente guardare oltreoceano. Non dimentichiamo che l’Europa dal punto di vista della produzione delle automobili non ha niente da invidiare al resto del mondo.”
“L’idea è quella di replicare la strategia portata avanti dai nostri clienti attuali/potenziali: i produttori di automobili nel corso degli anni sono diventati sempre più globali, hanno aperto un numero crescente di stabilimenti nel mondo e hanno per questo la necessità di affidarsi a fornitori affidabili e soprattutto sempre più globali.
Come si diventa globali? O crescendo organicamente, aprendo stabilimenti in giro per il mondo, oppure inorganicamente, facendo acquisizioni.
SAPA è cresciuta in Polonia organicamente, aprendo uno stabilimento produttivo, ma in futuro potrebbe crescere anche inorganicamente facendo acquisizioni.
Nel breve periodo il target è l’Europa, e in particolare Germania, Francia e Spagna.
Nel medio-lungo periodo si penserà ad acquisizioni e joint venture oltre oceano (… un passo alla volta). Stati Uniti e Asia. Ci sarà da vedere come si muoverà il mercato a valle, se ci saranno ulteriori attività di concentrazione tra i Car Maker internazionali.”
“Che SAPA abbia deciso di investire su una risorsa dedicata al tema delle acquisizioni indica che l’azienda vuole crescere ulteriormente, e vuole farlo in modo coordinato e continuativo. Ogni crescita è una sfida a sé che comunque aggiunge know-how e porta un bagaglio di nuove esperienze a bordo; ciò si dovrebbe tradurre in un miglioramento continuo della struttura.
Facendo acquisizioni saremo in grado di servire meglio i nostri clienti attuali e futuri in altri paesi, grazie al miglioramento della presenza geografica e all’ampliamento della gamma di prodotti.
Il cliente ha bisogno di fornitori globali. Per il cliente è importante la garanzia della qualità della fornitura e la certezza che il fornitore sia in grado di seguirlo nel suo sviluppo.
Il mercato dei grandi costruttori di auto nel tempo è andato concentrandosi, attraverso diverse acquisizioni e fusioni. Lo stesso deve accadere ai fornitori T1. Se si vuol fornire in maniera strategica colossi con centinaia di miliardi di fatturato, bisogna puntare a salti dimensionali.
SAPA vuole ampliare la diversificazione geografica, sia dal punto di vista del fatturato che da quello del footprint produttivo. Le acquisizioni/joint venture porteranno ad avere nuovi clienti, ma anche a permettere attività di cross-selling. Si potranno rafforzare le forniture ai plant esteri (anche extra UE) di clienti già in portafoglio, al momento serviti più a livello locale/di prossimità geografica.
Un M&A Manager interno può avvalersi di opportunità che possono capitare, ma anche progettare strategicamente un piano di azione per capire quali sono le migliori acquisizioni da realizzare.”
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